Studio di psicoterapia
specializzato in psicologia
dell’emergenza ad Alessandria

Psicologia dell’emergenza

La psicologia dell’emergenza, nello specifico, si occupa degli interventi clinici e sociali in situazioni di incidenti, suicidi, omicidi, calamità e disastri naturali, in un setting dove le dimensioni spazio-temporali sono stravolte, così come i vissuti emotivi e relazionali connessi. Tra gli strumenti terapeutici applicabili in situazioni di emergenza, riporterò qui la mia personale esperienza di psicoterapeuta che ha lavorato con la tecnica EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), già dimostratasi efficace (Shapiro, 2000) nel prevenire il rischio di sviluppare una psicopatologia negli individui che hanno subito un evento distruttivo di tale portata, grazie alla sua capacità di consentire nella persona traumatizzata dall’evento una rielaborazione adattiva dell’esperienza immagazzinata in maniera disfunzionale, con conseguente remissione dei sintomi del PTSD (Disturbo da Stress Post Traumatico). Nelle situazioni di emergenza, quando un grave evento critico colpisce una popolazione intera, si viene a creare una condizione di elevata emotività che riguarda l’individuo e la comunità. L’evento critico stesso può causare reazioni emotive particolarmente intense: shock, senso di colpa, rabbia, tristezza, vissuti tali da poter interferire con le capacità di funzionare sia durante l’esposizione e dopo, per tempi diversi e individuali. In altri termini, si possono accusare reazioni intense causate dal terremoto legate a una ferita psicologica, come se fosse una ferita fisica. Obiettivo dell’intervento è proprio quello di avviare e sostenere un processo di ripristino dell’equilibrio psicologico fortemente minato, ridurre e gestire le reazioni da stress post traumatico e aiutare le persone a ricostruire la loro identità individuale, familiare e sociale.

“Il crollo del ponte Morandi”:
la violenza dell’impatto e le conseguenze traumatiche

Gli interventi di psicologia dell’emergenza dopo il crollo del ponte.
Racconto di un’esperienza di intervento sul trauma con l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

Francesca Tinelli

Il lavoro narra l’esperienza di una task force di psicologi e psicoterapeuti intervenuta per affrontare la maxi emergenza legata al crollo del ponte dell’agosto 2018, le cui conseguenze hanno avuto una risonanza nazionale. Duraturi sentimenti di paura e impotenza nelle persone, senso di precarietà e costante preoccupazione per il possibile ripetersi dell’evento, fatto peraltro poi accaduto, ha inevitabilmente minato il senso di sicurezza di individui e comunità.
Su questi vissuti lavora la Psicologia dell’emergenza, che nello specifico si occupa degli interventi clinici e sociali in situazioni di calamità e disastri naturali, in un setting dove le dimensioni spazio-temporali sono stravolte, così come i vissuti emotivi e relazionali connessi. Tra gli strumenti terapeutici applicabili in situazioni di emergenza, riporterò qui la mia personale esperienza di psicoterapeuta che ha lavorato con la tecnica EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), già dimostratasi efficace (Shapiro, 2000) nel prevenire il rischio di sviluppare una psicopatologia negli individui che hanno subito un evento distruttivo di tale portata, grazie alla sua capacità di consentire nella persona traumatizzata dall’evento una rielaborazione adattiva dell’esperienza immagazzinata in maniera disfunzionale, con conseguente remissione dei sintomi del PTSD (Disturbo da Stress Post Traumatico). Nelle situazioni di emergenza, quando un grave evento critico colpisce una popolazione intera, si viene a creare una condizione di elevata emotività che riguarda l’individuo e la comunità. L’evento critico stesso può causare reazioni emotive particolarmente intense: shock, senso di colpa, rabbia, tristezza, vissuti tali da poter interferire con le capacità di funzionare sia durante l’esposizione al crollo /e che in seguito, per tempi diversi e individuali. In altri termini, si possono accusare reazioni intense causate dal crollo del ponte legate a una ferita psicologica, come se fosse una ferita fisica. Obiettivo dell’intervento è proprio quello di avviare e sostenere un processo di ripristino dell’equilibrio psicologico fortemente minato, ridurre e gestire le reazioni da stress post traumatico e aiutare le persone a ricostruire la loro identità individuale, familiare e sociale….

Prosegui nella lettura dell’articolo >>